Tesi principale
Non sei stanco per troppo lavoro. Sei vuoto perché non stai inseguendo qualcosa che conta.
I tre punti chiave
1. Comfort ≠ Significato
Abbiamo ottimizzato per l'assenza di sofferenza, non per la presenza di senso. Tutti i bisogni base sono coperti, eppure c'è il vuoto.
2. Il "Sunday Scaries"
Quella ansia della domenica sera non è paura del lavoro. È la realizzazione che la settimana sarà ordinaria invece che grandiosa.
3. Da bambino lo sapevi
Dicevi "voglio fare l'astronauta" senza vergogna. Poi la vergogna ti ha silenziato. La voce è ancora lì.
Citazioni da ricordare
"Those who have a 'Why' to live, can bear with almost any 'How'"
"Your true being lies not deeply hidden within you, but an infinite height above you"
"When you truly chase your highest potential, everything you thought was burnout will melt away"
Le mie riflessioni
Non mi riconosco nel "burnout"
- Non sono "stanco" — sono in un frullatore (4 figli, freelance, musica) ma energizzato
- Più libero = più pigro. Ora sono un "raffinatore di energia" (filosofia Virthas/Reiki)
- Non ho Sunday Scaries — ho anticipazione e aspettativa. Sono fortunato.
- Sto facendo l'astronauta — faccio un sacco di roba figa
Quello che risuona
La connessione colpa/comfort: verissima.
Le pause mi sembrano "perdere tempo" perché ottimizzo per produttività visibile, non per significato.
💡 Insight chiave
Le pause artistiche (chitarra, disegno, camminata) non sono "staccare dal lavoro".
Sono nutrire la parte che sta morendo di fame.
Non è comfort. È significato.