C'e un momento, nella storia della matematica, in cui qualcuno guarda un problema impossibile e invece di risolverlo, cambia le regole del gioco. La sfera di Riemann e uno di quei momenti. Non e una soluzione. E un cambio di prospettiva cosi radicale che trasforma l'infinito — quel concetto sfuggente che ha tormentato filosofi e matematici per millenni — in qualcosa di maneggevole. Anzi, in un punto. Un singolo, normalissimo punto.
Bernhard Riemann, matematico tedesco del diciannovesimo secolo, non stava cercando di "risolvere" l'infinito. Stava lavorando sulla teoria delle funzioni complesse, quei mostri matematici che vivono in uno spazio a quattro dimensioni e che descrivono tutto, dalla meccanica quantistica ai flussi dei fluidi. E si e trovato di fronte a un problema pratico: come gestire i punti dove una funzione esplode verso l'infinito?
La risposta che ha trovato e cosi elegante da sembrare un trucco. Ma non lo e. E geometria pura.
Il problema dell'infinito
Prima di capire cosa ha fatto Riemann, bisogna capire perche l'infinito e un problema.
Pensa al piano cartesiano — quella griglia di numeri che hai visto a scuola, con l'asse x orizzontale e l'asse y verticale. Ogni punto del piano corrisponde a una coppia di numeri: il punto (3, 2) sta tre passi a destra e due passi in alto rispetto all'origine.
Ora immagina di camminare lungo l'asse x, verso destra. Passi il punto 10, poi 100, poi 1000. Dove finisci? Da nessuna parte, ovviamente. Non c'e un "bordo" del piano. Puoi camminare all'infinito senza mai arrivare. E questo crea problemi quando vuoi fare matematica seria.
Per esempio, prendi la funzione f(x) = 1/x. Quando x si avvicina a zero, la funzione esplode: 1/0.1 = 10, 1/0.01 = 100, 1/0.001 = 1000. Al limite, "vale" infinito. Ma infinito non e un numero. Non puoi scriverlo su un foglio e fare operazioni con lui. E un concetto, non un valore.
I matematici hanno imparato a convivere con questa situazione usando i limiti: diciamo che la funzione "tende" all'infinito, senza mai arrivarci davvero. Funziona, ma e goffo. E quando lavori con funzioni complesse — quelle che usano numeri immaginari — diventa ancora piu complicato, perche l'infinito puo arrivare da infinite direzioni diverse.
I numeri complessi: un breve ripasso
Per capire la sfera di Riemann serve una minima familiarita con i numeri complessi. Se li conosci gia, salta pure avanti. Se no, eccoti il minimo indispensabile.
I numeri complessi nascono da una domanda apparentemente assurda: qual e la radice quadrata di -1? Nessun numero "normale" funziona, perche qualsiasi numero moltiplicato per se stesso da un risultato positivo. 2 × 2 = 4. (-2) × (-2) = 4. Non c'e scampo.
Allora i matematici hanno fatto una cosa audace: hanno inventato un nuovo numero. Lo chiamano i (o j, in ingegneria), e per definizione i × i = -1. E un numero immaginario, nel senso che non lo trovi sulla linea dei numeri reali. Ma e perfettamente coerente dal punto di vista logico.
Un numero complesso e la somma di una parte reale e una parte immaginaria: z = a + bi, dove a e b sono numeri normali. Per esempio, 3 + 2i e un numero complesso. Puoi rappresentarlo come un punto su un piano: la parte reale (3) va sull'asse orizzontale, la parte immaginaria (2) sull'asse verticale.
Questo piano si chiama piano complesso, e ogni suo punto corrisponde a un numero complesso. L'origine e lo zero. I punti sull'asse orizzontale sono i numeri reali. Quelli sull'asse verticale sono i numeri puramente immaginari. Tutti gli altri sono "misti".
Il piano complesso e una delle idee piu potenti della matematica. Trasforma l'algebra in geometria: moltiplicare per i significa ruotare di 90 gradi. Elevare al quadrato significa raddoppiare l'angolo e quadrare la distanza dall'origine. Operazioni astratte diventano movimenti nello spazio.
Ma il piano complesso ha lo stesso problema del piano cartesiano normale: non ha bordi. L'infinito e ovunque e da nessuna parte.
La proiezione stereografica: il trucco geniale
Ed ecco l'intuizione di Riemann.
Immagina di prendere una sfera — una palla, come un mappamondo — e di appoggiarla su un piano in modo che il polo sud tocchi il piano stesso. Il polo nord sta in alto, sospeso sopra il piano.
Ora immagina una luce puntiforme posizionata esattamente sul polo nord. Ogni punto sulla superficie della sfera proietta un'ombra sul piano sottostante. Il polo sud, che tocca il piano, proietta se stesso: la sua ombra e esattamente dove sta lui. I punti vicino all'equatore proiettano ombre un po' piu lontane dall'origine. I punti vicino al polo nord proiettano ombre sempre piu lontane.
E il polo nord stesso? La luce parte da li, quindi non puo proiettare un'ombra. O meglio: la sua "ombra" e all'infinito, in tutte le direzioni contemporaneamente.
Questa costruzione si chiama proiezione stereografica, ed e nota fin dall'antichita — la usavano gia i greci per costruire astrolabi. Ma Riemann ha visto qualcosa che nessuno aveva visto prima: questa proiezione crea una corrispondenza perfetta tra i punti della sfera e i punti del piano, piu un punto extra per l'infinito.
L'idea chiave: Invece di pensare al piano complesso come un foglio infinito, pensalo come la proiezione di una sfera. Ogni punto del piano corrisponde a un punto della sfera. E l'infinito — tutto l'infinito, in ogni direzione — corrisponde a un singolo punto: il polo nord.
Questo e il cuore della sfera di Riemann. Non e magia. E geometria. L'infinito non scompare: viene compattificato in un punto.
Proprieta che sembrano magia
Una volta che accetti questa costruzione, succedono cose strane e bellissime.
L'infinito diventa raggiungibile
Sul piano complesso, l'infinito e irraggiungibile per definizione. Puoi camminare per sempre senza arrivarci. Sulla sfera di Riemann, l'infinito e un punto come tutti gli altri. Puoi tracciare una curva che parte dall'origine, gira intorno alla sfera, passa per il polo nord (l'infinito), e torna all'origine. Una passeggiata finita che attraversa l'infinito.
Questo non e solo un trucco concettuale. Ha conseguenze pratiche enormi. Le funzioni che "esplodono" all'infinito sul piano diventano funzioni perfettamente regolari sulla sfera — hanno semplicemente un valore definito al polo nord.
Tutte le direzioni portano allo stesso infinito
Sul piano, se cammini verso destra arrivi a "infinito a destra". Se cammini verso l'alto arrivi a "infinito in alto". Sono infiniti diversi? La domanda non ha senso sul piano, ma sulla sfera la risposta e chiara: no, sono tutti lo stesso punto. Il polo nord.
Questo semplifica enormemente l'analisi. Una funzione che tende all'infinito — in qualsiasi direzione — sta semplicemente avvicinandosi al polo nord. Non devi preoccuparti di "quale" infinito.
Cerchi e rette diventano la stessa cosa
Ecco una proprieta che sembra impossibile: sulla sfera di Riemann, le rette del piano diventano cerchi che passano per il polo nord.
Pensaci. Una retta sul piano e infinita — si estende all'infinito in entrambe le direzioni. Ma abbiamo detto che l'infinito corrisponde al polo nord. Quindi una retta, proiettata sulla sfera, deve passare per il polo nord. E siccome la proiezione stereografica mappa cerchi in cerchi (questa e una proprieta geometrica dimostrabile), la retta diventa un cerchio.
I cerchi che non passano per l'origine restano cerchi anche sulla sfera. Ma quelli che passano per l'infinito — cioe le rette — diventano cerchi che si chiudono passando per il polo nord.
C'e una simmetria nascosta qui. Sul piano, rette e cerchi sembrano oggetti fondamentalmente diversi. Sulla sfera, sono la stessa cosa: cerchi. La differenza e solo se passano o no per quel punto speciale che chiamiamo infinito.
Le trasformazioni di Mobius: simmetrie nascoste
La vera potenza della sfera di Riemann emerge quando studi le sue simmetrie.
Una trasformazione di Mobius e una funzione della forma f(z) = (az + b) / (cz + d), dove a, b, c, d sono numeri complessi con ad - bc diverso da zero. Sembra una formula algebrica qualsiasi, ma sulla sfera di Riemann queste trasformazioni hanno un significato geometrico preciso: sono le rotazioni e le "stirature" che preservano la struttura della sfera.
Piu precisamente, le trasformazioni di Mobius sono le uniche funzioni che:
1. Mappano la sfera di Riemann su se stessa in modo biunivoco (ogni punto va in un punto, nessuno si perde)
2. Preservano gli angoli (se due curve si incontrano a 90 gradi, le loro immagini si incontrano ancora a 90 gradi)
3. Mappano cerchi in cerchi (ricordando che le rette sono cerchi che passano per l'infinito)
Queste trasformazioni formano un gruppo — nel senso tecnico della teoria dei gruppi — chiamato gruppo di Mobius o PSL(2,C). E questo gruppo e fondamentale in fisica: descrive le simmetrie dello spaziotempo nella relativita ristretta.
Non e una coincidenza. Lo spaziotempo di Einstein ha una struttura che puo essere descritta usando la sfera di Riemann. I "raggi di luce" che partono da un osservatore formano una sfera celeste, e le trasformazioni di Lorentz — i cambiamenti di sistema di riferimento — agiscono su questa sfera esattamente come trasformazioni di Mobius.
Riemann non poteva saperlo quando ha inventato la sua sfera nel 1850. Einstein avrebbe pubblicato la relativita ristretta solo nel 1905. Ma la matematica era gia li, pronta.
Applicazioni: dalla teoria ai buchi neri
La sfera di Riemann non e un giocattolo matematico. E uno strumento che appare ovunque nella fisica moderna.
Meccanica quantistica
In meccanica quantistica, lo stato di un sistema a due livelli — come lo spin di un elettrone, che puo essere "su" o "giu" — e descritto da un punto sulla sfera di Riemann. Si chiama sfera di Bloch in quel contesto, ma la matematica e identica.
Il polo nord rappresenta lo stato "spin su". Il polo sud rappresenta "spin giu". Tutti gli altri punti rappresentano sovrapposizioni quantistiche dei due stati. L'equatore, per esempio, corrisponde a stati dove l'elettrone ha probabilita 50-50 di essere trovato su o giu.
Le operazioni quantistiche su questi sistemi — le porte logiche dei computer quantistici — sono rotazioni della sfera di Bloch. La geometria della sfera di Riemann diventa la geometria del calcolo quantistico.
Teoria delle stringhe
Nella teoria delle stringhe, le particelle fondamentali non sono punti ma piccole stringhe vibranti. Quando una stringa si muove nello spaziotempo, traccia una superficie bidimensionale chiamata worldsheet. La fisica su questa superficie e descritta da una teoria di campo conforme, e la sfera di Riemann e la superficie piu semplice su cui questa teoria puo vivere.
Le ampiezze di scattering — le probabilita che le particelle interagiscano in certi modi — si calcolano sommando contributi da superfici di Riemann di genere diverso. La sfera e il termine dominante. Il toro (una ciambella) e la prima correzione. E cosi via.
Relativita generale e buchi neri
La struttura causale dello spaziotempo vicino a un buco nero puo essere analizzata usando la sfera di Riemann. La "sfera celeste" di un osservatore in caduta libera verso un buco nero si deforma in modo descritto da trasformazioni di Mobius.
Roger Penrose — che ha vinto il Nobel per la fisica nel 2020 — ha usato estensivamente la geometria della sfera di Riemann nei suoi diagrammi di Penrose, strumenti fondamentali per capire la struttura globale degli spazitempi.
Perche funziona: compattificazione
Il trucco alla base della sfera di Riemann ha un nome tecnico: compattificazione. Prendi uno spazio infinito (il piano) e lo "chiudi" aggiungendo dei punti all'infinito, trasformandolo in uno spazio finito (la sfera).
Questo tipo di costruzione e onnipresente in matematica. La retta reale puo essere compattificata aggiungendo un punto all'infinito, ottenendo un cerchio. Il piano reale puo essere compattificato in una sfera (questa e la compattificazione di Alexandrov). Il piano complesso diventa la sfera di Riemann.
In dimensioni superiori le cose si complicano, ma il principio resta lo stesso: gli infiniti sono scomodi, quindi li "incapsuliamo" in punti gestibili.
Una nota filosofica: La compattificazione non elimina l'infinito. Lo addomestica. L'infinito e ancora li — e ancora vero che puoi camminare per sempre sul piano senza raggiungere un bordo. Ma ora hai un modo per parlarne come se fosse un oggetto normale. Puoi dire "la funzione ha valore 5 all'infinito" invece di "la funzione tende a 5 quando z tende all'infinito in qualsiasi direzione".
E questa non e solo convenienza notazionale. Permette di dimostrare teoremi che sarebbero impossibili altrimenti. Per esempio, il teorema di Liouville dice che ogni funzione olomorfa (derivabile in senso complesso) e limitata sull'intero piano e costante. La dimostrazione piu elegante usa la sfera di Riemann: una funzione olomorfa e limitata definisce una funzione continua sulla sfera compatta, e per il teorema del massimo deve essere costante.
Oltre Riemann: superfici di Riemann
La sfera di Riemann e il caso piu semplice di una classe piu generale di oggetti chiamati superfici di Riemann.
Pensa alla funzione f(z) = sqrt(z), la radice quadrata complessa. Ha un problema: per ogni numero complesso z diverso da zero, ci sono due radici quadrate (come per i numeri reali: sia 2 che -2 sono radici di 4). Quale scegli?
Sul piano complesso, questa ambiguita crea un "punto di diramazione" nell'origine, dove la funzione diventa discontinua comunque tu provi a definirla. Ma esiste un trucco: invece di lavorare sul piano, lavori su una superficie piu complicata — un "piano doppio" dove ogni punto (tranne l'origine) appare due volte. Su questa superficie, la radice quadrata diventa una funzione a valore singolo perfettamente regolare.
Questa superficie si chiama superficie di Riemann della funzione radice quadrata. Ha la topologia di una sfera — se la comprimi opportunamente. Altre funzioni richiedono superfici di Riemann piu complicate: tori, superfici con piu buchi.
La teoria delle superfici di Riemann, che Riemann ha sviluppato nella sua tesi di dottorato nel 1851, e una delle conquiste piu belle della matematica del diciannovesimo secolo. Unifica algebra, geometria e analisi in un unico framework elegante.
Visualizzazione: cosa "vedi" sulla sfera
Se hai mai visto visualizzazioni di funzioni complesse — quelle immagini colorate dove ogni punto del piano ha un colore che rappresenta il valore della funzione — prova a immaginare la stessa visualizzazione sulla sfera.
La funzione f(z) = z, l'identita, mappa ogni punto in se stesso. Sul piano, e noiosa: ogni punto resta fermo. Ma sulla sfera, puoi vedere che il polo nord (l'infinito) e un punto fisso, come l'origine. La funzione "ruota" la sfera attorno all'asse che passa per questi due punti.
La funzione f(z) = 1/z inverte la sfera: scambia polo nord e polo sud. I punti vicini all'origine finiscono vicini all'infinito, e viceversa. E una riflessione rispetto all'equatore.
La funzione f(z) = z^2 "schiaccia" la sfera: ogni punto dell'emisfero nord ha due punti nell'emisfero sud che finiscono li. Il polo nord resta fisso (infinito al quadrato e ancora infinito), ma la mappa non e piu biunivoca — e una "copertura doppia" della sfera su se stessa.
Queste visualizzazioni non sono solo belle. Sono il modo in cui i matematici pensano alle funzioni complesse: non come formule algebriche, ma come trasformazioni geometriche della sfera.
L'eredita di Riemann
Bernhard Riemann e morto a 39 anni, di tubercolosi, nel 1866. Ha lasciato una manciata di lavori pubblicati e una montagna di appunti che i matematici stanno ancora cercando di capire.
La sfera di Riemann e solo una delle sue invenzioni. Ha anche inventato l'integrale di Riemann (quello che impari al liceo), la geometria riemanniana (la base matematica della relativita generale), e ha formulato l'ipotesi di Riemann — forse il problema irrisolto piu famoso della matematica, con un premio di un milione di dollari per chi lo dimostra.
Quello che colpisce, guardando il suo lavoro, e la capacita di vedere connessioni invisibili. La sfera di Riemann connette geometria, analisi e algebra. La geometria riemanniana connette geometria e fisica. L'ipotesi di Riemann connette teoria dei numeri e analisi complessa.
Era un unificatore. In un'epoca in cui la matematica si stava frammentando in specializzazioni sempre piu strette, lui vedeva il quadro generale.
Conclusione: cambiare punto di vista
La lezione della sfera di Riemann non e tecnica. E filosofica.
A volte un problema e difficile non perche e intrinsecamente complicato, ma perche lo stai guardando dalla prospettiva sbagliata. L'infinito del piano complesso era un mostro intrattabile. L'infinito della sfera di Riemann e un punto come tanti.
Niente e cambiato nella sostanza. I numeri complessi sono gli stessi. Le funzioni sono le stesse. Ma il modo di pensarle e radicalmente diverso — e quel cambio di prospettiva apre porte che prima sembravano murate.
"Il punto non e risolvere il problema. Il punto e riformularlo in modo che la soluzione diventi ovvia."
Riemann non ha "risolto" l'infinito. Ha cambiato le domande che facciamo su di esso. E le nuove domande avevano risposte eleganti.
Forse e questo il vero contributo della matematica alla cultura umana: non le risposte che trova, ma le domande che insegna a fare.
Articolo generato per riflessione — Dicembre 2025
Ispirato da un video sulla sfera di Riemann